
EssereTempoMateria
Brunivo Buttarelli e Paola Moglia in dialogo
Inaugurazione mostra Sabato 27 Aprile - ore 17:30
Saranno presenti:
- Gigliola Reboani (giornalista)
- Paolo Regina (Segretario Generale ConfCommercio)
- Claudio Ardigò (Critico)
Accompagnamento musicale al pianoforte a cura di Leon Spadaro
RIGENERAZIONE
Oltre all’uso del materiale più vario, con attento amore alla sua natura, intelligente scoperta delle sue molteplici possibilità di manipolazione, Brunivo Buttarelli costruisce sempre una scena.
Lo spazio in cui colloca le sue sculture è sempre uno spazio teatrale, già implicito nell’opera, che viene così espandendosi, racchiudendo o esponendosi come un relitto, come se da sempre lo occupasse, mentre essa nasce da una profonda e radicale trasformazione che, partendo dai suggerimenti, ma sarebbe meglio dire dalle evocazioni che essi provocano come melodie musicali nell’occhio sensibile dell’artista, vengono suggerendo sia l’edito di una lunga metamorfosi incompiuta ed incompleta, sia che essa si manifesti davanti a noi in una immobilità, fremente di segreti interni flussi di vita.
Sezioni vegetali, forme larvali in metamorfosi occulte, esposte come in tavole anatomiche, in esemplificazioni di scoperte naturalistiche di un mondo inaspettato e fino ad ora non esplorato.
Questa impressione di sospensione esistenziale, consapevole però di magmatica interna fermentazione in dimensione geologica e quindi non percepibili nel nostro tempo quotidiano, è accentuata dal gioco illusionistico di trapassare da forme vegetali e forme minerali, da presenze biologiche e materia inerte, che dà sempre alle opere dello scultore un senso di scoperta, la curiosità meravigliata che si interroga sulla natura dell’opera, mentre ne coglie le allusioni materiche e le suggestioni formali.
Lo stesso rapporto tra pieno e vuoto, tra forme che accolgono, proteggono, racchiudono ed altre esposte, mostrate rimanda alla scoperta, all’illustrazione improvvisa ed inaspettata, al piacere dell’incontro inaspettato, al di fuori del tempo. O meglio di un tempo archeologico, o paleontologico, che pone una vastità di ere tra noi e questi oggetti che sono sempre relitti di un passato antichissimo, nascondendo così il loro carattere di rifiuti dell’oggi ed entrando nel fantastico, nell’immaginario e nella poesia.
Paola Moglia alimenta la materia nelle sue tele dando vita ad un corpo, alimentando un sistema nervoso che comunica elementi della natura ed argomenti di un discorso, del pensiero, della ricerca nell’essenza interiore al di fuori di ogni apprezzamento e giudizio, vivere nella bellezza quindi, e la pittura è solo uno di questi, vivere in armonia con l’esistente.
Il colore astratto di Paola non è solo un modo di vedere le cose, ma un modo di viverle, di respirarle, un’arte spirituale, la sua pittura è la via per vedere lo spirito ovunque, senso del rispetto nella quiete del suo lavoro, della disciplina che poi mette nei suoi testi scritti di studio che diventano libri. I colori sono solo una delle tante variegazioni dello spirito, come le note nella musica. E attraverso i colori noi possiamo fare un esercizio magico: contattare ciò che sta al di là della percezione materiale ordinaria. Una di queste percezioni è l’aura, cioè l’energia globale di ogni vivente che si estende molto oltre i limiti del suo corpo visibile.
Di fronte alle sue tele bianche, ho visto una bianca luce calda, che si fletteva, come puro atto d’amore, e, così facendo, si variegava, creando i colori dell’iride, le apparenze della bellezza, la moltitudine delle cose.
Osservando le sfumature del materico colore, sento nelle “ Ombre “ dallo stesso create “I pensieri di Osho “ come principio guida dei valori del Mondo visto come “Luce indifferenziata e incolore “, pura manifestazione di vibrazioni, che danno luogo ai colori.
Platone diceva: “Il Bello è lo splendore del Vero”. Un mistico del quinto secolo, lo Pseudo Dionigi Aeropagita, ha scritto: “Dio ci concede di partecipare alla sua propria Bellezza”.
La Bellezza non è spiegabile e non è comunicabile. Partecipare di Dio può essere una astrusità per un ateo, ma anche per un credente è un mistero. E, se ci tocca, è un atto di grazia. La Bellezza del colore una chiave di accesso, da una parte agli archetipi profondi che vivono dentro di Noi ed una chiave di accesso per comunicare più profondamente con Noi e con l’universo.
Gli antichi Greci avevano colto il legame intrinseco della Bellezza col Bene e avevano creato una parola “kalokagathia”, kalòs kai agathòs, per indicare l’uomo bello e buono, l’unità nella stessa persona di bellezza e valore morale.
L’universo è un oceano di luce in movimento. Noi vediamo i colori e percepiamo i movimenti. Al di là delle forme c’è l’astrazione della luce pura. I colori sono i suoni della luce.
Se Paola crea l’arte astratta, questa poi prende altre vie e altre manifestazioni.
Date dell'evento:
da Martedì a Venerdì 9:30-12:30 / 14:00-17:00
Sabato e Domenica: 9:30-12:30 / 14:00-18:00
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