Presentazione del libro:
‘Pesci e pesca nel medio Po - Angelo e Giuseppe Ghizzoni gli ultimi pescatori professionisti di Cremona'
di Riccardo Groppali, edito da La Libreria del Convegno di Cremona in collaborazione con I Rotary per il Po.
Sarà presente un protagonista del libro, il geometra Giuseppe Ghizzoni, che con la sua memoria straordinaria ha reso possibile la stesura.
Il testo vuole ricordare l'importanza fondamentale che pesca e pesci hanno avuto per la popolazione cremonese, che in famiglia, nelle osterie e nei giorni di magro ha utilizzato ampiamente la risorsa alimentare che il Po forniva a chi sapeva procurarsela. Oltre al fiume anche tutta la fitta rete di fossi, i bodri, le paludi, il Morbasco e il Naviglio, le macere per la canapa, fornivano con i loro pesci le proteine necessarie alla vita dei cremonesi, e il prelievo diretto non risparmiava nidiacei, passeri e piccioni, rane, gamberetti e lumache. Era comunque indispensabile la fornitura da parte dei pescatori professionisti, come i Ghizzoni padre e figlio e gli altri che si dividevano gli spazi di pesca sul Po. Fiume che offriva anche la legna da ardere con i tronchi fossilizzati depositati lungo le rive, che i pescatori raccoglievano e preparavano per la vendita nei periodi meno adatti alla pesca, seguendo regole non scritte ma condivise da tutti.
Un'attività estremamente faticosa la loro, che si svolgeva di notte con qualsiasi tempo e temperatura, era sempre pericolosa e tutt'altro che facile, in quanto per essere efficace doveva prevedere quali mutamenti avrebbe subito il livello del fiume, che venivano compresi dai numerosi minimi indizi che il pescatore di professione aveva imparato a conoscere. In questo modo potevano essere produttive le reti tese allo sbocco di bracci secondari del Po, modificati e gestiti per migliorare la loro funzionalità, e nelle piccole lanche scavate dal fiume nelle spiagge sabbiose. Cultura e conoscenze minacciate di scomparire, che il libro vuole conservare dalla voce dell'ultimo dei protagonisti.
Ma non solo pesci, anche episodi di una vita che sembra così lontana da risultare impossibile fosse quotidiana a Cremona solo pochi decenni fa, strettamente legata ai beni della natura e ai loro impieghi per la sopravvivenza della famiglia del pescatore. Per questo l'atteggiamento è di completa e profonda innocenza nei confronti degli animali utilizzati, senza crudeltà ma neppure compassione: questo sentimento non trovava spazio nella mente di chi viveva esclusivamente delle risorse che potevano essere prese - con fatica, bravura e anche fortuna - dal fiume e dai suoi dintorni.
Un quadro quindi complesso e articolato, composto anche da episodi di storia minore cremonese come le mutande imposte da Farinacci ai ghiaiaioli cremonesi o le uova usate nel dopoguerra come moneta in cambio di pesce, come la classificazione del pescato in base a categorie commerciali e la sua conservazione, che permette di conoscere anche l'aspetto riguardante l'antica pesca professionale - davvero fondamentale - del rapporto che da sempre lega Cremona al suo fiume.
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